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Mauritius: Inizia il Festival Internazionale Kreol a Le Morne – Mauritianismo come Offerta.

Ai piedi della Grande Piramide d’Egitto, Napoleone Bonaparte ha misurato il tempo e l’umiltà. Non sarebbe sbagliato dire che

Mauritius: Inizia il Festival Internazionale Kreol a Le Morne – Mauritianismo come Offerta.

Ai piedi della Grande Piramide d’Egitto, Napoleone Bonaparte ha misurato il tempo e l’umiltà. Non sarebbe sbagliato dire che Navin Ramgoolam, il Primo Ministro, e Paul Bérenger, il suo vice, dopo aver visitato entrambi la cima del monte Morne, siano stati in grado di contemplare la Creolité in tutto il suo splendore.

È stato infatti in questo luogo simbolico, ai piedi di questa montagna iscritta nella lista del Patrimonio Mondiale, che ieri si è svolta la comunione tra un popolo e coloro che tracciano il suo destino.

Con due ministri a dirigere l’orchestra, Richard Duval per il Turismo e Mahen Gondeea per la Cultura, non si può fare a meno di rabbrividire al suono delle parole che testimoniano la ricchezza creola di quest’isola. Créolité, boté nou morisianism’, un tema che ha perfettamente senso, come sottolinea Zanzak Arjoon, griot per la serata e filosofo di un festival meticcio.

Questa diciannovesima edizione del Festival Kreol è tutta incentrata sulla condivisione. E un’offerta per le altre isole, che sono state invitate a unirsi a questo arazzo di espressioni culinarie, musicali, letterarie e politiche. L’ambientazione di Le Morne riflette la natura sacra di questo incontro di unità: ‘È l’espressione dell’anima e della storia dei precedenti schiavi’, afferma Mahen Gondeea. E ‘lapo kabri’ del gruppo Muzik Dezil fa vibrare le scogliere montane e i cuori dei presenti.

L’importanza di collocare il Festival Kreol nel cuore della Cattedrale di Le Morne è chiara. In questo luogo, uomini e donne hanno preferito essere vicini alla morte, piuttosto che lasciarsi schiavizzare da essa. In un certo senso, quest’evento rappresenta una liberazione per tutti coloro che desiderano liberarsi dalla compartimentazione etnica. Perché la Creolità esplode le barriere della mente e apre il pensiero umano. ‘Mi assumo la responsabilità di questo evento stasera,’ afferma Richard Duval. E dal 12 al 22, celebreremo insieme la bellezza della Creolité. Non stiamo semplicemente giocando con le parole. La Creolité è la fiamma viva del nostro paese multiculturale. E questo Festival oggi rappresenta apertura e fusione. Non è un caso che il sega adesso sia apprezzato da tutte le sezioni della popolazione.

Ecco perché il Festival Kreol ha questo ‘carattere speciale, perché chiamiamo anche coloro che danno a un paese la sua anima. La Creolité ha questa capacità intrinseca di unire un popolo. E di mettere in evidenza la ricchezza della cultura creola’, aggiunge Richard Duval, lui stesso l’erede flamboyante di un uomo rinomato per la sua celebrazione della cultura creola.

Quindi non si tratta solo di cercare di vedere il Madagascar dalla cima del Le Morne. Si tratta anche di mostrare la bellezza dell’isola-arcipelago, il cui alone risplende oltre l’orizzonte, da Rodrigues a Saint-Brandon, passando per Agaléga e le Chagos. Senza dimenticare le isole creole di Seychelles, Réunion, Guadalupa e Martinica. La nostra identità creola è diventata la nostra forza. Dove tutti rispettano l’identità degli altri. È per questo che vogliamo che questo Festival diventi un momento indimenticabile per tutti’, ha concluso il Ministro del Turismo.

I quattro rappresentanti del governo, Richard Duval, Mahen Gondeea, Paul Bérenger e Navin Ramgoolam, sono stati ciascuno presentati con un ravan. Lo strumento che meglio incarna lo spirito creolo così presente in questo Festival. Al suono del ‘lapo kabri’ del gruppo Musik Dezil, i presenti si sono lasciati trasportare dal passato. E si sono tuffati nell’acqua creola. Il Mare Indiano, ascoltando attentamente i discorsi, annuiva in onde. Un grande momento di unità e rispetto reciproco. E non sarà effimero,’ ha promesso un estasiato Paul Bérenger.